Spesa Pubblica


Il monitoraggio informatizzato dell’azione pubblica mediante l’analisi della spesa su base territoriale

Una soluzione che rivoluziona l’azione della pubblica amministrazione italiana.

La soluzione proposta è stata sperimentata su un modello reale e cioè su un Comune in quanto è questo l’Ente che il cittadino sente più diretto e vicino sia per azione amministrativa, sia per appartenenza e per identità territoriale. Può essere però esteso (e/o integrato) anche ad Enti di livello superiore e/o per competenze specifiche.

La soluzione si è dimostrata efficace, realizzabile con tempi e costi contenuti e soprattutto appare facilmente e rapidamente espandibile su tutti i Comuni italiani specie se imposta come prassi condivisa e obbligata così come già succede per altre procedure codificate tipo il bilancio, la contabilità, ecc.

 

Premessa

L’equa distribuzione e la trasparenza della spesa pubblica unitamente al controllo e alla partecipazione dei cittadini alle scelte amministrative, sono problemi irrisolti, che da tempo affliggono l’Italia.

I dati per intervenire ci sono! Ma così come prodotti, strutturati e pubblicizzati, non consentono un’informazione sufficientemente precisa e comparata da parte sia dei Cittadini, sia della stessa Amministrazione Pubblica.

 

Questo perché i dati:

  • Sono riferiti, per la parte, a contesti territoriali socialmente, fisicamente ed economicamente non omogenei e quindi difficilmente confrontabili;
  • I parametri utilizzati per descrivere anche stesse tipologie di fenomeni sono spesso disomogenei e correlabili solo attraverso complesse e farraginose operazioni di riaggregazione.
  • L’organizzazione e la gestione dei dati di spesa della PA italiana sono codificate su modelli piuttosto complessi che solo gli esperti di settore riescono a interpretare (Quanti, sono i cittadini in grado di leggere un bilancio comunale o di determinare con esattezza, il costo di un’opera pubblica magari imputata su più esercizi e su più capitoli di spesa ?). In questo contesto ci si è chiesto se il problema è risolvibile e quale contributo può dare l’informatizzazione dei dati.

La risposta è stata positiva, in quanto:

  • Le nuove tecnologie informatiche e le stesse banche dati già in uso (o disponibili) nella P.A. sono in grado di analizzare la spesa pubblica su tematismi comuni e su basi territoriali omogenee.
  • L’uso delle tecnologie e soluzioni GIS garantisce il superamento delle attuali modalità operative e produrre tutti gli elementi di confronto e valutazione richiesti.

Pertanto il sistema proposto serve:

  • Agli Amministratori (di ogni livello e grado) l’autoverifica del loro operato;
  • Ai Cittadini l’essere prontamente e puntualmente informati per valutare e decidere in maniera responsabile;
  • Alla PA, per meglio comprendere, verificare e migliorare il servizio pubblico.

 

Il modello sperimentato

Il modello sperimentato si è basato sui seguenti assunti:

  • I servizi e le opere proposte dalla PA (pubblica amministrazione) trovano effettivo realizzo solo nel momento in cui la stessa PA ne conferma il pagamento. Pertanto il documento amministrativo di riferimento in grado di stabilire con certezza l’avvio e/o l’attuazione dell’azione dell’Amministrazione, è solo il “mandato di pagamento”. Mandato che i Comuni italiani già elaborano con database informatici standardizzai;
  • La ristrutturazione e l’omogeneizzazione di queste banche dati necessarie per garantirne la rintracciabilità e l’assegnazione alle azioni di effettiva competenza, richiedono l’utilizzo di specifici strumenti software;
  • Il territorio considerato va suddiviso in ambiti di dimensione e consistenza socio economica e fisica adatte per sviluppare e visualizzare, con efficacia e trasparenza, l’azione pubblica. Questi Ambiti, denominati “zone storiche di appartenenza”, definiscono un territorio riconosciuto dagli abitanti come proprio ed identificativo della collettività che li occupa;
  • Gli ambiti vanno raggruppati in aree omogenee più vaste e con parametri descrittivi semplificati e di sintesi in modo da essere comparabili anche in ambiti superiori in particolare le Regioni e lo Stato centrale.

Il modello è stato quindi sviluppato in ambito comunale e secondo le seguenti fasi operative:

  1. Approntamento dei supporti grafici necessari per descrivere il territorio e georeferenziare i dati alfanumerici (cartografie tecniche e catastali, stradari, reti tecnologiche, standard, viabilità, perimetri delle zone di riferimento, ecc.);
  2. Individuazione della azioni della PA da monitorare e controllare (nel caso in sperimentazione 19 azioni, identificate secondo gli standard in uso ai Comuni e quindi gestione istituzionale, lavori pubblici puntuali, associazioni, scuola, vigilanza del territorio, cultura, giovani, salute, sport, biblioteche, rete idrica, rete stradale, pubblica illuminazione, manutenzione del patrimonio, verde pubblico, cimiteri, ecc.);
  3. Definizione dei soggetti, oggetti e delle azioni che, zona per zona, vanno associati ai dati in modo garantire una visualizzazione immediata e comprensibile della spesa di competenza. Ad esempio per le azioni più generali si è usato il costo per abitante. Per altre, come la scuola, il costo per studente di specifiche età,oppure, per la manutenzione del patrimonio, il costo per unità immobiliare, ecc.;
  4. Elaborazione automatizzata e pubblicazione sul WEB delle analisi con la strumentazione informatica GIS: da quelle più generali come la spesa totale suddivisa per anno e per zona, oppure per abitante, oppure per intervento, a quelle per categoria di azione pubblica come la spesa per la cultura o per lo sport per zona, e poi la spesa per la manutenzione del patrimonio immobiliare o la gestione delle strade e così via.

A queste va aggiunta una quinta fase che riguarda la strutturazione semplificata di queste informazioni per rapportale ad ambiti di riferimenti più ampi e comparabili in particolare quelli dei livelli di governo superiori (Regioni e Stato). Questa fase va validata attraverso uno specifico studio successivo esteso a tutto il territorio nazionale ed alle sue diversità.

 

Vantaggi

Con questo sistema la Amministrazione Comunale ha la possibilità di pubblicare, in modo comprensibile e confrontabile, i dati ed i numeri della azione svolta.

È pure uno strumento di “autocontrollo” che le consente di verificare “sul campo” l’operato svolto e di introdurre prontamente eventuali azioni preventive e correttive, in sostegno alle promesse/obbiettivi fatte ed alle aspettative delle parti.

Il cittadino, di contro, ha l’opportunità di visionarne e giudicarne l’operato con consapevolezza e cognizione di merito. Tanto per fare uno esempio, può conoscere la spesa comunale annuale per ogni abitante del suo quartiere o quanti euro procapite sono stati impegnati per la raccolta dei rifiuti della zona in cui vive o, ancora, quanti euro sono stati utilizzati dal Comune per migliorare la viabilità stradale del suo isolato. Così è sempre partecipe ed informato su cosa (e come) fa l’Amministrazione sul suo territorio e può pure compararla con i dati di altre zone.

Per non parlare poi delle verifiche e parametrizzazioni dei costi standard, della loro suddivisione per aree territoriali comparabili anche di livelli amministrativo superiore, ecc.

In sintesi il sistema si è dimostrato in grado di verificare:

  • La correttezza della azione amministrativa;
  • La rispondenza agli obbiettivi promessi;
  • L’equità delle scelte ed i benefici indotti;
  • La giusta distribuzione delle risorse;
  • Le eventuali azioni correttive;
  • La storicizzazione degli interventi e investimenti;
  • I costi standard reali;
  • La trasparenza ed accessibilità ai dati per tutti gli interessati.

Diagr1

 

Sviluppo del modello

Il modello è stato sviluppato seguendo un preciso percorso ideativo incrementato per step successivi, singolarmente validati e cosi riassumibili:

  1. Individuazione del documento amministrativo di riferimento in grado di stabilire con certezza l’avvio e/o l’attuazione dell’azione della Amministrazione nel caso Comunale. La scelta, obbligata, è caduta sul “mandato di pagamento” che ormai tutti i Comuni italiani elaborano con database informatici secondo procedure standardizzate.
  2. Creazione di un software specifico per la ristrutturazione e l’omogeneizzazione di questi dati per migliorarne la rintracciabilità e soprattutto per associarli, in maniera corretta, alle azioni di effettiva competenza.
  3. Suddivisione del territorio interessato in ambiti adatti per sviluppare e visualizzare, con efficacia e trasparenza, il controllo ed il monitoraggio dell’azione pubblica. Ambiti denominati “zone storiche di appartenenza”, cioè quelle che si sono consolidate nel tempo e che gli abitanti riconoscono come proprie ed identificative della collettività che le occupa.
  4. Approntamento dei supporti grafici necessari per descrivere il territorio e georeferenziare i dati alfanumerici (cartografie tecniche e catastali, stradari e numeri civici, reti tecnologiche, Piano Regolatore, standard, viabilità, perimetri delle zone di riferimento, ecc.).
  5. Individuazione della azioni da monitorare e controllare (sono 19, identificate secondo gli standard in uso ai Comuni: gestione istituzionale, lavori pubblici puntuali, associazioni, scuola, vigilanza del territorio, cultura, giovani, salute, sport, biblioteche, rete idrica, stradale, pubblica illuminazione, manutenzione del patrimonio, verde pubblico, cimiteri, ecc.).
  6. Definizione dei soggetti, degli oggetti e delle azioni che, zona per zona vanno associati ai dati in modo da garantire una visualizzazione immediata e comprensibile della spesa di competenza. Ad esempio per le azioni più generali si è usato il costo per abitante. Per altre, come la scuola, il costo per studente di età compresa tra 5 e 13 anni, oppure, per la manutenzione del patrimonio, il costo per unità immobiliare, ecc.
  7. Produzione delle analisi. Questa è la parte più importante e cioè quella dei risultati ove il GIS “produce” automaticamente le analisi richieste, visualizzandole a piacere in forma sia alfanumerica, sia grafica e sulle basi cartografiche prescelte. Le analisi che si possono generare sono molteplici: da quelle più generali come la spesa totale suddivisa per anno e per zona, oppure per abitante, oppure per intervento, a quelle per categoria di azione pubblica come la spesa per la cultura o per lo sport per zona, e poi la spesa per la manutenzione del patrimonio immobiliare o la gestione delle strade e così via.

 

Flow-chart operativo del modello

Diagramma2

 

Esempi Applicativi

Nel proseguo si riportano alcuni estratti grafico-numerici della sperimentazione fatta sul Comune campione. L’area ccomunale è stata suddivisa in più zonne omogenne. Per ciscuna di queste il modulo determina e visualizza attraverso specifiche campiture colorate i valori ricercati.

Tavola 1 – Spesa totale per zona
Spesa totale per zona
Tavola 2 – Spesa per abitante e per zona
Spesa per abitante e per zona
Tavola 3 – Spesa per la cultura suddivisa per zona e per tipi di intervento
Spesa per la cultura

In sintesi

Con questo sistema l’Amministrazione ha a disposizione uno strumento di “autocontrollo” che le consente di verificare “sul campo” il suo operato e di introdurre eventuali azioni preventive e correttive, in sostegno alle promesse/obiettivi fatte (anche elettorali) ed alle aspettative delle parti.

Il cittadino può visionarne e giudicarne l’operato con consapevolezza e cognizione di merito. Ad esempio può conoscere la spesa comunale annuale per ogni abitante del suo quartiere o quanti euro pro-capite sono stati impegnati per la raccolta dei rifiuti della zona in cui vive o, ancora, quanti euro sono stati utilizzati dal Comune per migliorare la viabilità stradale del suo isolato. Diventa partecipe ed informato su cosa (e come) fa l’Amministrazione sul suo territorio e può pure compararla con i dati delle altre zone.

 

Ulteriori e più approfondite informazioni ed eventuali preventivazioni
possono essere richieste direttamente alla m2l s.r.l.s.
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